Utopian Hours

L’edizione 2023 di Utopian Hours lancia un manifesto per un nuovo city making che introduce nuovi concetti e invita gli ospiti e il pubblico a proporre parole chiave per un nuovo modo di concepire l’evoluzione urbana.

 

Come ogni anno il festival, sostenuto anche la Fondazione CRT, porterà in Italia il meglio dell’innovazione urbana da tutto il mondo: guru, visionari, imprenditori, attivisti ma anche alcuni degli urban designer e degli studi di architettura più affermati. Tre giorni di talk, panel, workshop, mostre e confronti per offrire nuove chiavi di lettura attraverso cui interpretare il presente e il futuro delle città.
Nel ricco programma dell’edizione 2023 di Utopian Hours alcune delle esperienze di trasformazione urbana più all’avanguardia. Progetti concreti e casi studio internazionali che stanno ridefinendo la qualità di vita nelle città.
Il festival accoglierà, tra gli altri: Scott Kratz, che racconterà la sfida dell’11th Street Bridge Park di Washington DC — il primo parco pubblico su un ponte, che connette due lati della città;
la prima Chief Heat Officer in Africa, Eugenia Kargbo; Peter Van Wingerden, coraggioso imprenditore che sta dietro la geniale idea della Floating Farm, fattoria galleggiante nel porto di Rotterdam; Patrice Gillespie Smith, direttrice della The Underline, il parco lineare che connette arte e sport a Miami, mentre il visionario Baharash Bagherian porterà sul palco di Utopian Hours il progetto futuristico di The Loop, tunnel trasparente di 93 chilometri pieno di vegetazione e comfort ambientale, riservato a ciclisti e pedoni a Dubai.

Utopian Hours dedicherà ampio spazio anche al mondo dell’architettura e dell’urbanistica, portando in anteprima italiana alcuni nomi di punta su scala globale (BIG — Bjarke Ingels Group, UNStudio, OKRA), per capire quale potrà essere il ruolo del progettista di fronte a uno scenario urbano e globale sempre più complesso.
Si parlerà di intelligenza artificiale con Urban AI —il primo think tank che indaga la relazione tra le nuove tecnologie e lo sviluppo urbano— ma anche di adattamento e crisi climatica con un panel dedicato alle iniziative del celebre network creato da Bloomberg, C40 Reinventing Cities.

Le tre giornate alla Centrale Lavazza saranno anche un’occasione straordinaria per conoscere da vicino alcuni casi studio internazionali di meanwhile placemaking, ovvero il riutilizzo temporaneo di spazi urbani attraverso il coinvolgimento delle comunità. Petra Marko, architetta e stratega urbana, terrà un keynote e un workshop sulle regole chiave da seguire per avviare un progetto di trasformazione a basso impatto ambientale e grande ricaduta in termini di coesione sociale. Un intervento rivolto ai placemaker di domani ma anche ad amministratori, tecnici, funzionari e policy maker.

Juval Dieziger racconterà la straordinaria genesi di Holzmarkt, un villaggio urbano contemporaneo costruito in centro a Berlino, lungo la Sprea, che offre un’allettante alternativa ai piani di sviluppo top down promossi da sviluppatori e dalla città.

Da Parigi invece spazio all’ecologia urbana e alla creatività dei terzi luoghi con Sinny&Ooko, tra le organizzazioni di riferimento in tutto il mondo nel campo della “rivitalizzazione urbana”.
Tra gli oltre 30 speaker internazionali anche due nomi importanti dal mondo della ricerca. Admir Masic —professore all’MIT di Boston— svelerà la sua invenzione frutto di anni di ricerca: un calcestruzzo autorigenerante che si ispira alle tecniche costruttive degli antichi romani. Con Pablo Sendra (Bartlett School of Planning dell’University College di Londra) una coinvolgente riflessione sul concetto di “città aperta” ispirato dal suo lavoro con il celebre sociologo Richard Sennett.

 

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