Da sempre appassionato alla politica e al suo racconto attraverso i numeri, nel 2011 Lorenzo Pregliasco apre con un gruppo di amici Quorum, nato come esperimento e destinato a diventare pochi anni dopo una delle prime agenzie italiane specializzate in ricerche demoscopiche.
Oggi Lorenzo è definito il guru dei sondaggi in Italia, e non solo: le analisi curate da Quorum – guidata insieme ai soci Giovanni Diamanti, Matteo Cavallaro, Roberto Greco e Davide Policastro – sono prese come riferimento dai più importanti media nazionali e da testate internazionali come Reuters, Financial Times e Bloomberg. Ospite fisso di Omnibus su La7 e Sky TG24, Lorenzo Pregliasco ha condotto Prima Pagina su Radio3 e insieme a Lorenzo Baravalle è autore di Qui si fa l’Italia scalando le classifiche dei podcast del 2021.
Passando alla carta, è autore di diversi libri dedicati alla comunicazione politica – tra gli ultimi Politica Netflix del 2021 e Benedetti sondaggi. Leggere i dati, capire il presente del 2022 – e ha scritto per L’Espresso, il Sole 24 Ore, Aspenia e Politico Europe.
Tutte competenze ed esperienze che Pregliasco condivide anche a livello accademico, insegnando agli studenti dell’Università di Bologna, della Scuola Holden e del King’s College di Londra a leggere e a interpretare i sondaggi in modo corretto e a riconoscere preventivamente i dati fuorvianti.
Alla base di questo successo ci sono sicuramente le competenze dei soci fondatori di Quorum e YouTrend – il magazine digitale che sin da sempre affianca Quorum -, una miscela esplosiva di politica, sociologia, analisi dei dati e comunicazione in grado di trasformare una passione in una realtà riconosciuta a livello internazionale. “Passione che, però, da sola non basta” sottolinea Pregliasco “in questi anni abbiamo capito che a volte la determinazione nel perseguire un progetto vale più dell’idea stessa”. Una lezione imparata anche grazie all’anno di alta formazione di Talenti per l’Impresa, concluso con una settimana intensiva di business e strategia d’impresa presso l’incubatore Setsquared e l’Innovation Centre dell’Università di Bath.
Abbiamo incontrato Lorenzo Pregliasco per chiedergli di raccontarci la sua storia, a partire dalla nascita dell’idea di Quorum fino al valore che i dati oggi offrono nella lettura di ciò che ci circonda.
Com’è nata l’idea di Quorum e cosa rappresenta oggi nel mondo dei sondaggi?
Quorum oggi è un’agenzia che si occupa di ricerca, di sondaggi, di analisi dell’opinione pubblica e di strategia di comunicazione. L’idea nasce come blog nel 2008 dalla passione condivisa con alcuni amici per tutto ciò che ruota attorno al mondo della politica, delle elezioni, dei sondaggi, della comunicazione politica e della comunicazione elettorale. Amici che poi sono diventati compagni di un’avventura tuttora in corsa, iniziata nel 2011 con la trasformazione di Quorum in una società. Ci rivolgiamo principalmente a realtà politiche, istituzionali, associative e di impresa proponendo loro consulenze e affiancamento in ricerche sociali quantitative e qualitative, in strategia elettorale e in comunicazione politica e istituzionale.
Nello stesso anno è nato anche YouTrend e poco dopo, nel 2014, Election Days. Insieme a Quorum, che ruolo ricoprono queste due realtà nel sistema dei trend?
YouTrend nasce insieme a Quorum, ma con un’identità dall’impronta più giornalistica ed editoriale. Oggi si è affermato come voce di rilievo nel campo dell’analisi dei dati, dell’opinione pubblica e della comunicazione politica: il nostro obiettivo è proporre YouTrend come strumento affidabile per gli addetti ai lavori, confezionando contenuti da condividere sui nostri social o da destinare ad enti terzi, come giornali e programmi televisivi.
La nostra terza creazione è Election Days, un progetto che ha appena celebrato la sua nona edizione. È una scuola di educazione politica e istituzionale basata sull’esperienza in Quorum e YouTrend. Ogni anno propone a una cinquantina di ragazzi provenienti da tutta Italia lezioni, testimonianze e approfondimenti sugli strumenti della comunicazione politica, mettendoli alla prova con esercitazioni, simulazioni e pressure test. Un’occasione non solo per i ragazzi, ma anche per noi di fare networking e per conoscere punti di vista diversi attraverso l’esperienza dei docenti – selezionati tra i migliori esperti del settore – ma anche degli studenti stessi.
L’anno successivo alla fondazione di Quorum hai frequentato il percorso di Talenti per l’Impresa. Come ha influito sul tuo percorso e sullo sviluppo dei tuoi progetti?
Esatto, l’anno dopo aver aperto Quorum ho frequentato Talenti per l’Impresa. È qui che ho imparato che la costanza nell’applicare e nel portare avanti giorno dopo giorno un’idea di impresa è la chiave perché questa funzioni. In estrema sintesi, ho imparato che la cura quotidiana del proprio progetto vale più dell’idea stessa. Seguire il corso mi ha dato conferma del fatto che le idee migliori nascano dall’interazione tra persone con profili anche molto diversi tra loro, proprio come è successo con Quorum. Dall’interazione con gli altri corsisti di Talenti per l’Impresa e con gli alumni degli altri progetti di formazione della Fondazione CRT sono nate numerose collaborazioni, idee, relazioni, anche e soprattutto a percorso formativo concluso.
La seconda fase del progetto Talenti per l’Impresa – l’esperienza di una settimana all’Innovation Centre dell’Università di Bath – si è inoltre rivelata fondamentale sia per me che per i miei progetti professionali: ho imparato a misurarmi con la creazione e con la messa a punto di un’idea e a come presentarla al meglio di fronte a un panel di potenziali investitori internazionali. Un’ispirazione importante anche nella creazione degli Election Days, il cui format si ispira in gran parte ai business games.
Tornando alla tua esperienza in Quorum, come possono i dati influire sulla politica?
I numeri influiscono sulla politica in molti modi: un punto di partenza da tenere sempre a mente è che i dati sono una modalità per misurare l’opinione pubblica, elemento essenziale per conoscere le percezioni, le priorità e le sensibilità del Comune, della Regione o del Paese in cui si opera. L’analisi dei dati è un giocatore che non può essere trascurato e di cui il decisore politico non può fare a meno nel momento in cui deve prendere decisioni che influiscono direttamente sulla vita dei cittadini, delle imprese, delle istituzioni e delle realtà del terzo settore.
A oltre 10 anni dalla nascita di Quorum, come è cambiata la percezione dei cittadini e della politica nei confronti dei sondaggi?
Non penso sia cambiata: dieci anni fa come oggi resiste una forte diffidenza dovuta in gran parte a un’errata rappresentazione dei sondaggi dal punto di vista mediatico. È una delle questioni al centro del libro che ho scritto quest’anno, Benedetti sondaggi. Leggere i dati, capire il presente, dove spiego anche attraverso molti esempi come il problema non stia nel sondaggio in sé, bensì nel modo in cui questo viene raccontato.
Molto spesso i dati vengono letti con superficialità, si confondono aspetti che invece è importante non confondere, si enfatizzano microscopiche variazioni, si confrontano dati non confrontabili. Tutti errori dovuti anche a una scarsa cultura del dato diffusissima nel nostro Paese, soprattutto all’interno delle redazioni in cui spesso convive la volontà di stiracchiare dati e sondaggi a favore della costruzione di una precisa narrazione, magari enfatizzando tendenze che aiutino ad allestire lo spettacolo mediatico.
È un grande nodo che interessa vicende rilevantissime: basti pensare alla pandemia. Il problema però non risiede certo nei sondaggi, ma nel modo in cui questi vengono usati. Sono misurazioni che descrivono la realtà attraverso inevitabili semplificazioni, motivo per cui comportano limiti, margini di errore e di incertezza che richiedono precise competenze e una grande consapevolezza sia nel saper porre le domande giuste, sia nella saper interpretare correttamente le risposte. Due elementi difficilmente allineabili con la fame bulimica dei nostri giorni di voler sapere e prevedere tutto e subito, un desiderio che resterà sempre e inevitabilmente insoddisfatto, qualsiasi sia l’ambito di riferimento.
Ciò che è importante sottolineare è che oggi non esistono alternative valide ai sondaggi e che se come opzioni sono rappresentate da conventional wisdom, dal senso comune, da ciò che pensano gli influencer o gli editorialisti di un giornale, si può capire facilmente quanto un sondaggio possa essere di gran lunga la scelta più affidabile.
Nel tuo lavoro analizzi dati per politici e istituzioni, ma anche per aziende. Quali differenze e similitudini trovi nel raccogliere dati per queste due realtà?
I dati sono un patrimonio a disposizione di tutti, mondo dell’impresa inclusa. Lavoriamo molto con istituzioni politiche ma anche con aziende aiutandole a capire come siano percepite dalle persone e quali possano essere i messaggi più efficaci in relazione ai loro obiettivi. L’opinione pubblica è un fattore rilevante per chiunque stia al mondo, pubblica amministrazione, ente del terzo settore e impresa privata che sia. E i dati rappresentano la fotografia scattata all’opinione pubblica in un preciso istante, uno strumento preziosissimo che aiuta a prendere decisioni più consapevoli.
Suggeriresti di seguire uno dei percorsi Talenti?
Certamente sì. Personalmente ho seguito il corso di Talenti per l’Impresa ma conosco anche gli altri percorsi abbastanza bene da poter affermare che tutti assicurano da un lato l’altissima qualità formativa e, dall’altro, il forte legame che si crea tra studenti, con i relatori e con gli organizzatori. Un grande patrimonio che persiste anche a distanza di anni.
Penso che in un periodo come questo in cui le opportunità formative e professionali non siano all’ordine del giorno le proposte formative della Fondazione CRT rappresentino occasioni che chiunque abbia un’idea, un interesse o una curiosità su cui lavorare non debba lasciarsi scappare.
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