C’è un tesoro nascosto nel centro storico di una piccola cittadina del Canavese a mezz’ora da Torino. Un piccolo gioiello architettonico incastonato in un ex convento di monache benedettine. Fino a poco tempo fa nessuno poteva più ammirarlo, ora invece ha riaperto al pubblico.
Dopo più di 40 anni di silenzio e inattività, il sipario torna ad alzarsi, le luci del palcoscenico ad accendersi, le porte ad aprirsi a tutta la collettività. È la storia del Teatro Tullio Pinelli di Cuorgné, uno spazio storico dalle molte vite, tutte importanti per il territorio, anche se in modo diverso.
Una chiesa seicentesca che diventa teatro nel 1886. Dopo la soppressione napoleonica degli ordini religiosi, il comune acquisisce l’edificio e ne trasforma la natura con un intervento radicale su progetto dell’architetto Pier Giuseppe Zerboglio: un palco e una platea a ferro di cavallo, due ordini di gallerie e quattro palchi di proscenio per un centinaio di posti in totale sono creati con l’inserimento di una struttura lignea finemente decorata, al di sopra della quale sono ancora conservate le decorazioni in stucco originali.
Nel 1919 il comune abbandona la gestione dello stabile e negli anni ’20 il Pinelli diventa uno dei primi cinema-teatro dell’Alto Canavese. Sul palco si alternano operette, concerti e proiezioni, grazie alla curiosità e alla passione della famiglia Perona, che ancora oggi e ormai da quattro generazioni rinnova la magia del cinema in città e la cui storia affascinante è raccontata nel docu-film “Cinematografica Perona”, prodotto nel 2017 dal Collettivo Cromocinque con il sostegno di Fondazione Sviluppo e Crescita CRT e Archivio Mario L. G. Ceretto.
Nel 1983 la tragedia del Cinema Statuto segna un punto di svolta in materia di sicurezza dei locali pubblici. In tutta Italia, molti cinema e teatri devono essere adeguati alla nuova normativa e chiudono. Anche il Teatro Pinelli.
Dopo decenni di abbandono, arriva la rinascita attraverso il restauro: sei anni di lavori riportano l’edificio allo splendore originale. In particolare, l’intervento sulle decorazioni lignee, sostenuto da Fondazione CRT nel 2019 attraverso il Bando Restauri – Cantieri Diffusi, restituisce la brillantezza dei colori a intarsi e decorazioni floreali. Vengono recuperati anche i fondali di scena, dipinti da artisti della scuola di Rivara, tra cui spicca una veduta di Cuorgné attribuita al caposcuola Carlo Pittara.
Da settembre il teatro vivrà di una nuova programmazione, con l’affidamento della gestione alle associazioni torinesi Smartopera, che si dedica alla promozione e alla diffusione delle arti performative, in particolare della musica classica, lirica e sinfonica, e Fools, che ha fatto del Teatro Vanchiglia “una casa con il teatro dentro”, un punto di riferimento culturale a Torino, e non solo. L’obiettivo è creare una nuova comunità attorno al Teatro Tullio Pinelli, per farne un centro di cultura e partecipazione e riportare la meraviglia del passato a essere uno stimolo per la creatività del presente.